I loro occhi
Ogni tanto mi succede ancora, e forse succederà per sempre. Ogni tanto, anche se è un anno che ho momentaneamente smesso di essere un operatrice umanitaria su campo, i loro occhi mi fanno visita. qualcuno di loro, di coloro che mi hanno trapassato il cuore, in senso caldo, d’amore pieno.
Ogni tanto, me li sogno, ne ho più d’uno per paese, paesi nei quali ho lavorato, paesi in piena catastrofe, umana (di guerra) o naturale (tifone, terremoti, epidemie). Ne ho più d’uno, di pazienti che non dimenticherò mai, speciali, unici. Ogni paziente è unico, certo, ma ci sono quelli di cui il ricordo ti rimane per sempre, perché impresso nel tuo cuore. Quelli la cui storia era così atroce che quando te l’hanno raccontata ha attraversato ogni parte del tu corpo e si è impressa su di esso. Sul momento hai sentito un brivido, profondo, ma lì è rimasto. Quelli su cui nessuno sperava più, nessuno credeva che ce la facessero ma tu continuavi a sorridergli e a parlargli perché la vita era ancora lì. E la vita ha vinto, un’altra volta. E quelli che per una frase che hanno detto o una risata, in mezzo a contesti tragici, contesti dove si è persa la voglia di sperare, ebbene sì, loro scherzavano e lodavano, ancora, la vita. E così ogni giorno, vivendo ora in questa parte di mondo, sento quanto dobbiamo ringraziare, essere davvero grati di quel che abbiamo, sapere che tutto è transitorio e che tutto può cambiare, sempre.